Imu, il "pasticcio" scatena i bellunesi - Il Gazzettino

05 dicembre 2014

Pagina II, Primopiano

«Se non ritirano il decreto entro una settimana tutti i sindaci d’Italia scenderanno a Roma». Ennio Vigne, presidente dell’Uncem Veneto, reduce dal vertice romano di ieri tra tutte le rappresentanze dei Comuni, non lascia margini a trattative sul pasticcio Imu applicata ai terreni agricoli. La misura è colma. Anzi, di più. E non basta la decisione all’ultimo momento del Governo di far saltare la data del 16 dicembre come termine ultimo per pagare.

«Lo Stato - afferma Vigne - vuole mettere altri 350 milioni di euro di tasse».Intanto, da Ponte nelle Alpi, il sindaco, Paolo Vendramini, lancia la provocazione in una lettera al presidente del Consiglio Renzi: «Siano pronti a spostare la sede del municipio da Cadola a Quantin».Il motivo è esemplificativo: far superare i 600 metri di quota alla sede municipale, limite oltre il quale non scatta l’imposta sui terreni agricoli.

Nel quadro di un’imposizione definita "follia", "indecenza", "obbrobrio", e chi più ne ha più ne metta, la discriminante tra chi paga e chi non paga è incredibilmente data proprio dall’altitudine della posizione della sede municipale. Se è sopra i 600 metri i cittadini non pagano, se è tra 281 e i 600 ci sarà un’esenzione parziale, mentre se il municipio è collocato sotto i 281 metri di altitudine, caso unico in provincia è Lentiai, i cittadini pagheranno per intero, anche se il loro terreno è a 2000 metri di quota. Il Governo prevede di incassare 350 milioni di euro di nuove tasse che andranno a coprire in parte quel bonus pre elettorale di 80 euro che Renzi mise nelle tasche di alcuni lavoratori e in parte il taglio ai trasferimenti a Comuni. Al caos burocratico nonché oneroso per farsi fare i calcoli da Caaf e professionisti privati, si aggiunge la rabbia per i tempi e i modi con cui il Governo impone il pagamento. Soprattutto in un territorio estremamente polverizzato come il Bellunese. Basterà pensare che solo tra gli iscritti della Confagricoltura si registrano ben 30 mila particelle terriere.

Il rinvio della scadenza concede un po’ di respiro, ma il problema d’impostazione resta, tanto più che va a colpire anche quelle aree specifiche, come Belluno, riconosciute tali proprio dal governo Renzi con la legge Delrio.

Insomma, con una mano si dà e con l’altra si toglie.  Il sindaco Vendramini è chiaro: «Un provvedimento che altro non fa che penalizzare e creare ulteriore danno per la cura e gli investimenti sui territori montani. Inoltre, non riconosce lo status di autonomia recentemente attribuito alle province interamente montane e confinanti con paesi stranieri». Il senatore Giovanni Piccoli (Forza Italia), che ha presentato un emendamento alla legge di stabilità per chiedere la cancellazione dell’Imu sui terreni agricoli per i comuni ricadenti interamente in province montane, parla di bomba a orologeria che va disinnescata. «Il Pd di Renzi e i suoi colonnelli sul territorio - afferma Piccoli - cancellino questa indecenza. Le ricadute sui Comuni saranno gravissime. Il Governo ha già comunicato a ogni municipio un taglio dei trasferimenti statali pari al valore dell’Imu che si dovrà incamerare».

Duro l’intervento anche del presidente provinciale della Confagricoltura, Diego Donazzolo: «Si tassano i terreni agricoli montani, ma così si mettono in difficoltà le aziende agricole che già hanno dovuto sopportare un’annata difficilissima per le avversità atmosferiche e un mercato non remunerativo per i nostri prodotti».

Parla di «pasticcio Imu» anche la deputata Pd, Simonetta Rubinato, nell’annunciare il rinvio della scadenza del 16 dicembre. Rinvio ottenuto su pressione di più parlamentari. Non ci sta la senatrice Raffaella Bellot (Lega Nord): «Non bastano modifiche, insistiamo nel chiedere la cancellazione di una tassa ingiusta e iniqua».

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pubblicata il 05 dicembre 2014

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