Scozia, una lezione di democrazia per l'autonomia - Il Gazzettino

21 settembre 2014

Pagina 21, Lettere

Ancora nel settembre di un anno fa sul tema dell'Indipendenza del Veneto avevo dichiarato, a differenza di altri esponenti democratici, che il Pd non può essere contrario a che i cittadini veneti possano esprimersi, ma nello stesso tempo chiedevo a chi governa la Regione di uscire dall'immobilismo attraverso la richiesta formale di aprire una trattativa con l'allora ministro Del Rio per chiedere maggiori competenze e risorse in forza dell'art. 116 della Costituzione. Ora la Gran Bretagna, culla della democrazia liberale, ci ha dato una lezione di cosa significa rispetto della sovranità popolare.

È sfuggito anche ai progressisti nostrani, e non solo, quello che hanno colto gli stessi conservatori inglesi, ovvero che "bisogna accettare che gli interessi territoriali si manifestino, seguano linee diverse, possano rivelarsi anche in conflitto e comunque in concorrenza" (prof. Roberto Bin). Conflitto che non va sciolto per via giudiziaria (davanti alla Corte costituzionale), ma risolto in sede politica ottenendo per il Veneto maggiori competenze e risorse anche fiscali attraverso il metodo del negoziato tra governo nazionale e governo regionale.

Purtroppo nessuno dei governi succedutisi in Italia e nella nostra Regione dal 2001 ad oggi (data da cui la Costituzione prevede la possibilità di questo negoziato anche per le regioni ordinarie) ha esercitato questa responsabilità politica. I governi nazionali perché dominati dalle burocrazie centrali e dalla cultura politica dell'uniformità, i governi regionali di Galan e poi di Zaia per non disturbare il governo nazionale amico prima e per alimentare la protesta a fini di rendita elettorale per la gestione del potere contro i governi di centrosinistra e di larghe intese poi.

Ora, poiché si vota nel 2015, il Presidente del Veneto si erge ad alfiere dell'indipendenza dopo non aver fatto nulla in questi anni per contrattare con lo Stato almeno una maggiore autonomia. Con quale credibilità cavalca il referendum scozzese?

Democraticamente rispetto la posizione dei movimenti che in modo pacifico sostengono la proposta dell'indipendenza, ma non la condivido. Perché penso che per la maggioranza della nostra gente l'orgoglio di essere veneto è inseparabile dall'orgoglio di essere italiano e che la cultura della Serenissima ci indichi la strada del cosmopolitismo piuttosto che quella del localismo.

Ma sono anche convinta che se il Governo nazionale e quello regionale non mettono a tema le disparità oggi esistenti tra la nostra regione e le due speciali con le quali confina – considerate dalla maggioranza dei veneti ingiuste e causa di concorrenza sleale - per superarle conferendo al Veneto analoghe forme di autogoverno responsabile, il sentiment di ingiustizia diffuso, aggravato dalla crisi economica, prima o poi diventerà fattore di disgregazione. Esattamente il contrario del compito assegnato alle istituzioni della Repubblica dall'art. 5 della Costituzione.

 Simonetta Rubinato

* Parlamentare Pd

SCARICA L'ARTICOLO IN PDF


pubblicata il 21 settembre 2014

ritorna
 
  Invia ad un amico