Pd, Moretti si candida e fa anticipare le primarie - Il Gazzettino

03 novembre 2014

Pagina 4, Primopiano

Chissà, forse se da Roma fosse arrivato un aiutino, magari la storia avrebbe avuto un altro finale. Ma al Nazareno sono stati muti. Anzi: alle tre del pomeriggio, due ore prima che a Padova si riunisse la direzione regionale del Pd veneto per decidere il "percorso per le candidature alle regionali", la vicesegretaria nazionale del partito, Debora Serracchiani, ha scandito: «Le primarie restano lo strumento principale, appunto primario, per la scelta dei candidati del Partito democratico». Così, con una "retromarcia della retromarcia", il Pd veneto ha confermato che le primarie decise due settimane prima per scegliere il candidato governatore si faranno, però ha anticipato la data: non più il 14 dicembre, ma domenica 30 novembre. E in pista ci sarà anche Alessandra Moretti. Curiosamente, negli stessi istanti in cui l’europarlamentare vicentina annunciava di aver rotto gli indugi e di aver chiesto al partito di «fissare una data che sia entro la fine di novembre», il segretario Roger De Menech proponeva al partito la stessa cosa: primarie anticipate al 30 novembre.

Decidere di non farle più, come da giorni si ventilava con l’obiettivo di far convergere l’intero partito su Alessandra Moretti, sarebbe stato duro da far digerire alla base. Tanto più che c’era già una candidata, la parlamentare trevigiana Simonetta Rubinato. E se i renziani pensavano di aver trovato una sponda negli ex bersaniani, si sbagliavano. «Le primarie vanno fatte», ha puntato i piedi l’area Cuperlo, presenti tutti i maggiorenti, da Piero Ruzzante a Davide Zoggia, da Flavio Zanonato a Michele Mognato. Così decisi da essere pronti a mettere in campo un’altra candidatura se Moretti si fosse tirata indietro. Ma l’europarlamentare vicentina ha spiazzato tutti, dimostrando di non voler passare per quella che ha paura delle primarie. La nota diffusa qualche minuto dopo l’inizio della riunione - tra l’altro spostata causa black-out nella sede provinciale in via Beato Pellegrino, dove una volta c’era il Pci - dà però l’idea di chi abbia dettato la linea: «Davanti al rischio di vedere il Pd veneto spaccarsi intorno a questa scelta - ha scritto Moretti - ho deciso di rompere gli indugi e chiedere alla direzione regionale di indire le primarie e fissare una data che sia entro la fine di novembre». E ancora: «Non ci sono qui in gioco le carriere e i destini politici personali, c'è solo il Veneto». E giusto per far capire di essere stata tirata per la giacchetta: «Ho ricevuto la chiamata del segretario regionale De Menech che mi ha chiesto la disponibilità a scendere in campo e inoltre devo tener conto dei molteplici appelli che mi sono giunti in questi giorni anche dal Pd nazionale, dagli amministratori e dai politici locali, dai circoli veneti. Mi chiedono tutti di esserci e sento il dovere di assumere questa responsabilità».

Moretti, dunque, ci sarà. E ci sarà anche Rubinato. Che prima esulta: «Un risultato lo abbiamo ottenuto: le primarie si faranno. Abbiamo scongiurato il rischio di trovarci con l’ennesimo candidato calato dall’alto». Ma poi non nasconde la preoccupazione, perché per candidarsi servono 4mila firme e la richiesta di una deroga come in Emilia Romagna non è passata. Quando De Menech ha messo ai voti la proposta - tra l’altro con le date ricambiate in corsa: primarie il 30 novembre, nessun termine per annunciare la candidatura (prima era il 1° novembre, poi il 3), presentazione delle 4mila firme entro il 17 novembre (prima si era detto che restava il 14) - la maggioranza è stata massiccia: 42 sì, 1 no, 3 astensioni. Durissimo l’intervento del veronese Michele Fiorillo, anche se l’area Civati ha poi commentato favorevolmente la scelta di confermare le primarie «apprezzando» la relazione del segretario. Ma a Rubinato non è piaciuto l’anticipo delle votazioni: «Lasciare solo 13 giorni, dal 17 al 30 novembre, al confronto sui programmi non consente un’ampia partecipazione degli elettori». Fuori dal politichese, le nuove regole sembrano perfette, come un abito fatto dal sarto, per Moretti. Però è anche vero che Moretti ha accettato di correre. Subito, tra l’altro: oggi alle 14 sarà nella sua città, Vicenza, per spiegare il programma, presenti il sindaco Achille Variati e De Menech. E Giorgio Santini che farà? «Ci penserò», ha detto alla fine della direzione. Ammettendo: «Io ero un sostenitore dell’altra linea, quella di non fare le primarie». Trattandosi, poi, di primarie di coalizione, nulla vieta a Rifondazione, Sel, Idv, Socialisti di presentare un proprio candidato. Fino a ieri avevano detto tutti di no, ma con una sfida così rosa, tutta in gonnella, i riflettori sono garantiti. E un po’ di visibilità, sia pure di riflesso, non guasta. Neanche ai "piccoli" della coalizione. Anzi.

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pubblicata il 03 novembre 2014

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