Chiusa la fase congressuale in provincia, si avvicina quella nazionale

15 novembre 2013

pdGiovedì 14 novembre scorso si è insediata la nuova Assemblea provinciale del Partito democratico trevigiano, con molti volti nuovi, che ha ufficialmente proclamato segretaria Lorena Andreetta, risultata vincitrice al termine di una accesa competizione nei congressi di circolo che l'ha vista prevalere, sia pure di stretta misura, sul candidato Leone Cimetta. L’assemblea ha quindi votato all'unanimità come proprio presidente Mariano Girardi, proprio su proposta di Cimetta accolta dalla neo-segretaria. Speriamo sia di buon auspicio per il superamento delle polemiche postcongresso, sfociate anche in un  ricorso con cui la parte soccombente ha chiesto l'annullamento del congresso di circolo di San Biagio - per un asserito abnorme numero di iscritti - alle Commissioni di garanzia e del congresso, provinciale, regionale e nazionale.

Lorena Andretta da parte sua ha dimostrato nel suo intervento la propria concretezza sui problemi economico e sociali della comunità trevigiana e rivendicato la propria autonomia nelle scelte organizzative, chiedendo a ciascuno di condividere in modo unitario l'impegno per le prossime sfide, prima fra tutte quella del voto amministrativo che nella prossima primavera interesserà la gran parte dei nostri comuni. Il Partito Democratico di Treviso non ha bisogno ora di rivendicazioni personali o di corrente, ma di una squadra propositiva e preparata, competente e rinnovata, che accompagni con spirito di servizio la nuova segretaria nelle scelte, come sottolineato nel documento sottoscritto il 9 novembre per l'unità del Pd trevigiano (clicca qui).

Domenica scorsa nel frattempo, in vista delle primarie dell’8 dicembre, si sono concluse le convenzioni nei circoli per il voto tra gli iscritti sulle mozioni presentate dai candidati alla segreteria nazionale. Ecco i risultati circolo per circolo nella Marca trevigiana (clicca qui), che ha visto prevalere la mozione Renzi con il 48,65%, a fronte del 31,42% di Cuperlo e del 18,98% per Civati. Mentre nella città capoluogo Renzi si è fermato al 39,10%, in provincia ha sfiorato la maggioranza assoluta del 50%. In ogni caso è stata per la mozione  del sindaco di Firenze il miglior risultato dopo quello di Belluno.

Venerdì 8 novembre scorso, intervenendo all’incontro promosso dai giovani di AdessoMarca a San Biagio di Callalta, ho colto l'occasione per dichiarare formalmente la mia adesione alla mozione di Matteo Renzi, motivando la coerenza di tale scelta di campo con quella che avevo già fatto nel congresso del 2009 e che mi aveva portato a restare nella minoranza del partito in questi anni, per distinguerla dai molti opportunismi dell'ultima ora cui abbiamo assistito nella nomenclatura. La mozione di Renzi è infatti la più coerente con lo spirito originario del Lingotto. Sono convinta - oggi come lo ero già nel 2009 - che il Pd abbia infatti bisogno di un profondo cambiamento culturale e organizzativo, che si può realizzare affrontando concretamente (e non ideologicamente) i tanti problemi aperti sul piano sociale, economico ed istituzionale con il metodo del problem solving e dell'innovazione e aprendo le porte alla partecipazione di persone disposte a mettersi in gioco per cambiare questo Paese, superando il partito di apparato e di funzionariato.

Occorre ammettere purtroppo che sino a qui, sia a livello locale che nazionale, il dibattito è stato orientato, più che sulle idee e proposte dei candidati, sulle contrapposizioni e polemiche, in particolare quelle relative al tesseramento. Come membro, sia pure di minoranza, della direzione nazionale del partito sono stata chiamata ad esprimere il mio voto on line sulla proposta di modifica del regolamento per l’elezione del segretario per la sospensione del tesseramento dall’11 al 24 novembre. Mi sono espressa in modo contrario, pur essendo in assoluta minoranza (il mio è stato uno dei soli dodici voti contrari, paria ad appena il 6,3%). Tra i candidati si è espresso in senso contrario solo Civati. La mia motivazione? Perché non si cambiano mai le regole in corsa, per di più impedendo a chi esprime la volontà di partecipare all'impegno politico, cosa assai rara di questi tempi, di iscriversi al partito. Un parere che ho maturato anche dopo un rapido confronto on line sul tema con alcuni amici del territorio: l'opinione prevalente è stata che sia controproducente per il partito non accettare nuove iscrizioni, anche perché con tale scelta si rischia di ammettere implicitamente che gli organi di direzione del partito non sono in grado di far rispettare le regole da essi stessi deliberate. Per evitare un clamoroso autogol, era preferibile piuttosto applicare rigorosamente controlli e sanzioni per i casi di accertati brogli e irregolarità.

A conferma della preoccupazione di un possibile calo di partecipazione alle prossime primarie, per alcune scelte controproducenti della dirigenza nella gestione del partito e del congresso, è arrivata da ultimo la notizia della definitiva uscita di Romano Prodi dal Pd, ribadita dall'annuncio che diserterà i seggi delle primarie. Una decisione quella dell’ex premier che conferma le preoccupazioni che da tempo esprimo sulla necessità di una sincera autocritica da parte del gruppo dirigente e sull'urgenza di un profondo rinnovamento culturale ed organizzativo del partito per recuperare l'originario progetto politico. Per risvegliare l'entusiasmo di tante persone che vogliono mettersi in gioco per cambiare questo Paese non bastano le primarie se poi il Pd resta ostaggio nella pratica quotidiana delle vecchie e nuove oligarchie correntizie.

pubblicata il 15 novembre 2013

ritorna
 
  Invia ad un amico